La mia permanenza nei gruppi social delle sardine si è limitata ad un paio d’ore dall’iscrizione. Poi mi sono cancellato, con discrezione e senza proclami. Quelli li lascio ai tromboni che dopo 30 anni di politica in ruoli vari, compreso assessori di vario grado, blaterano “occhio ragazzi ai politici” “non diamo incarichi ai politici”, come se qualcuna delle sardine stesse pensando di proporgli un qualche incarico di movimento, e loro lì a schernirsi, a rifiutare con gesti nobili e “andate avanti voi ragazzi”. Nei movimenti che ho fatto diventavi dirigente sul campo, a forza di sudore e militanza, magari con qualche manganellata in testa ricevuta e con le mani gelide a forza di dare volantini di fronte ad una fabbrica alle sei di mattina di inverno. Parimenti sono disturbato, per non dire nauseato, ma forse è colpa del mio riflusso gastrico, di quelli che “non siamo di destra né di sinistra” “non dobbiamo cantare Bella Ciao” “no simboli di partiti” ed altre amenità del genere. Ma basta, andate a studiare e state a casa (tanto ci state già, siete buoni solo a scrivere cazzate sul vostro IPhone). E voi ragazzi sardina, con quelle facce pasoliniane, occhio anche voi ai proclami ed ai veti, perché i movimenti crescono, e soprattutto durano, se hanno la capacità di includere soggetti sociali differenti, elaborare piattaforme di respiro, dialogare con soggetti politici organizzati, proprio per allargare il consenso. E qualche volantinaggio di fronte a qualche fabbrichetta fatevelo, tanto i piumini e le scarpe giuste le avete. Da parte mia, da cariatide, alle manifestazioni antifasciste e contro Salvini ci sono sempre andato e non mancherò, come quella recente il 14 di agosto, mentre tante sardine erano al mare. Li c’erano anche i simboli di partito e sindacali, e nessuno si è scandalizzato. Ve lo dico con amore e rispetto, da vecchia Pantera di movimento: in bocca al lupo. Ps: andate a votare alle regionali, e votate i simboli di partito, quelli di sinistra, altrimenti Salvini vince.