Facciamo qualcosa di sinistra

marco ursano Indieblog

Nell’impazzimento generale di questa fase storico politica, oltre le giravolte e le trame di Lega e 5s, colpisce il balbettio ormai conclamato di quello che resta della sinistra italiana organizzata, impegnata, per l’ennesima volta, a litigare e costruire impalcature di quisquilie e di distinguo in tutte le sue articolazioni. Una roba da psicoanalisi di gruppo, ma quella dei film di Verdone, solo che qui non siamo in un film. Compagni, lo scoramento di chi, come lo scrivente, ritiene di fare parte di una cultura, una storia, un patrimonio di idee, progetti e valori di sinistra, è molto profondo, ai limiti del “andate tutti affanculo”, che purtroppo non è la canzone dei grandissimi Zen Circus, ma il grido di disperazione di migliaia di donne e uomini che non trovano più un punto di riferimento politico; e si struggono tra la voglia di andare a vivere in Costa Rica e la consapevolezza che qualcosa, se si rimane a vivere qui, vada fatto. Se non altro per il futuro dei nostri figli.

L’ultima proposta che circola, in funzione pre elettorale, perchè figurati se si riesce ad elaborare un progetto che vada al di là di una elezione comunale, è quello del “fronte repubblicano” guidato da Gentiloni. Una proposta molto innovativa, nei contenuti e negli uomini, non c’è che dire. Buongiorno tristezza, a voler essere allegri. Comunque la si analizzi, è sicuramente una proposta tattica, per tentare di arginare la prossima vittoria elettorale di Lega e 5s, che sarà invece cospicua. Ha un vizio di forma e di fondo: la collocazione politica del PD.

Le dichiarazioni di Renzie e dei renziani durante queste ultime settimane hanno dell’incredibile. Continuano a propugnare il loro stantio neo liberismo, un europeismo subalterno alle agenzie di rating, alle banche ed agli umori di Zuckerberg ed affini. Continuano a propinarci la storia del “se avessimo vinto il referendum costituzionale” che non se ne può più. Continuano a non capire, come se fossero dentro una bolla di una realtà parallela o dentro la città elfica di un film fantasy, che  la gente di sinistra non vota più la sinistra perchè la sinistra fa le cose di destra, ve la dico semplice. Fornero, Job Act ecc. Fatevene una ragione. Basta, davvero. Fatevi il vostro partito macronista, Renzie più Giglio Magico. Sarebbe un elemento di verità, di chiarezza politica e di onestà. Un soggetto con il quale si potrebbe anche dialogare, anche trovare intese elettorali, se la fase lo richiede. Ma uscendo da questo equivoco storico sulla collocazione di Renzie ed i suoi sostenitori.

Agli altri, a partire da Andrea Orlando (l’ho detto anche a lui a voce qualche giorno fa), vorrei dire, da semplice cittadino di sinistra che non ne può più, di smettere di traccheggiare, di alzare la testa, di fare sentire una voce stentorea. Fate quello che volete, state dentro il PD, uscite, fate la battaglia congressuale, la partita del cuore, la maratona di New York, ma fatelo. Fate qualcosa di sinistra (cit Nanni Moretti).

Ci sono poi gli altri, che litigano tra loro come le commari (con tutto il rispetto delle commari.) Non si riesce ad avere una posizione unitaria su niente. Neanche sulla solidarietà, sempre doverosa, tanto più in questa fase in cui c’è un tentativo palese di affossare le istituzioni repubblicane, al Presidente della Repubblica. Se la smetteste di litigare e di stare tutto il giorno sui social fareste un favore alla Nazione. Mi riferisco alle tante anime di LEU, naturalmente. Ai compagni di Potere al Popolo mi permetto di suggerire in amicizia che posizioni tipo “nè con Salvini nè con Mattarella” vi portano dritti all’estinzione.

Bisogna rimettere insieme i pezzi, uno schieramento progressista con pochi punti, ma chiari: abolizione della Fornero, patrimoniale, tassazione progressiva, rilancio del welfare e scuola pubblica, Europa dei popoli a partire dalla messa in discussione del fiscal compact. Un processo che dovrebbe ri-partire dal basso, con un forte cambiamento della classe dirigente, con una attenzione ai nuovi linguaggi, con una comunicazione innovativa, con un respiro strategico, che vada al di là delle imminenti competizioni elettorali.

È possibile farlo? Almeno proviamoci. Cerchiamo di esaltare i punti di contatto, comuni, e smorzare i distinguo. Accantonare i rancori e i personalismi. Un progetto aperto, in cui le diverse sensibilità della sinistra, con uguale legittimità, possano trovare piena cittadinanza. Forse, e dico forse, in questo modo possiamo costruire un argine alla barbarie e ripartire. Sapendo che sarà una fase difficilissima, di resistenza e di repressione. È una esigenza che c’è ancora, che si può riscontrare parlando con gente che fa parte di quel “popolo di sinistra” sempre più disilluso ed incazzato. Però credo che sia davvero l’ultima chance. Se non la cogliamo, saranno tempi bui. In cui continueremo a rinchiuderci in noi stessi, nei nostri piccoli mondi quotidiani, nella penosa battaglia per la sopravvivenza di tutti i giorni; come gabbiani ipotetici senza neanche più l’intenzione del volo, diceva Giorgio Gaber. Ma io credo che, nonostante tutto, intelligenze, passione, energie positive ci siano ancora. Almeno, mi piace pensare che ci siano. È una visione ingenua? Velleitaria? Nostalgica? E’ solo una illusione? Forse. Ma almeno proviamoci.