All’assessore piace Casa Pound

marco ursano Indieblog

A Lorenzo Brogi, assessore leghista del Comune della Spezia, piace Casa Pound. Il popolo dei social, attento alle sfumature, ha scovato un suo “like” su un post di Casa Pound in cui si annuncia un’iniziativa elettorale alla Spezia. Spesso su Facebook si mettono like a casaccio, o senza fare troppa attenzione; ma in questo caso, siccome trattasi di un assessore, l’attenzione deve essere massima. Se l’assessore Brogi si è sbagliato, si scusi e levi il “like” (c’è comunque lo screenshot che circola a futura memoria); se invece il like è voluto, Brogi ci educa sulla sua nuova passione neo fascista e come essa si possa coniugare con il suo ruolo istituzionale. Perché Casa Pound è un movimento neofascista.

In relazione a questo caso molti commenteranno “che vuoi che sia un like” “siete sempre i soliti comunisti” “siete rancorosi perchè avete perso” “non c’è il pericolo neo fascista, sono 4 scemi” e così via.

E’ uno degli aspetti più odiosi, e preoccupanti, della nuova ondata neo fascista che sta montando in Europa ed in Italia: i negazionisti e quelli che minimizzano. Che il neo nazismo sia un fenomeno in crescita lo dimostrano ormai numerosi rapporti di molte polizie europee ed autorevoli ed approfondite inchieste giornalistiche, come quella de l’Espresso che ha scatenato il raid dei neo fasci mascherati sotto la redazione de La Repubblica. I gruppi neo nazisti europei, tra i quali Casa Pound e Forza Nuova, sono strutturati, si stanno radicando nei territori in modo capillare e si stanno “federando “ in tutto il vecchio continente e a livello internazionale. Ci sono anche casi, documentati, di mercenari che partecipano attivamente a conflitti come quello ucraino e gruppi paramilitari organizzati dediti alla caccia ai migranti ed al traffico di armi.

Il neo fascismo sguazza e prospera nel disagio sociale, fornendo risposte populiste e corporativistiche a quella fetta della popolazione più colpita dalle politiche neo liberiste degli ultimi decenni. Quartieri popolari, che scontano degrado urbano e disuguaglianze sociali profonde sono la terra promessa del proselitismo neo fascista che gioca, in primis, sul conflitto tra italiani e immigrati. La rappresentazione della realtà è demagogica e caricaturale: l’immigrato è un potenziale delinquente e stupratore, non è vero che fugge dalle guerre, non fa niente tutto il giorno, è pagato dallo stato, e così via. Se la pensione è da fame, se il lavoro non c’è o fa schifo, se per fare un esame in ospedale bisogna aspettare mesi, se ci sono le liste di attesa per gli asili la colpa è dell’invasione straniera.  E’ la base ideologica di una prassi “politica” che arriva a guidare attacchi agli immigrati nelle case popolari. E c’è anche la contiguità con la criminalità organizzata, vedi la storia della testata di Ostia.

E’ doloroso dirlo, ma spesso questi gruppi di estrema destra occupano uno spazio lasciato vuoto dalla politica e dalle articolazioni associative di una sinistra incantata dalle sirene del primato dell’impresa e della globalizzazione: là dove c’era un Circolo Arci attivo, punto di riferimento culturale, sociale e ludico di un quartiere, in molti casi sono nate sedi di Casa Pound. Questo purtroppo sta succedendo anche alla Spezia.

Ma il neo fascismo sguazza anche in un territorio che va al di là delle periferie urbane. Un territorio reale e virtuale tutto nel campo di giuoco del centro destra italiano, che, nel migliore dei casi, minimizza. Un esempio è il titolo de Il Giornale di qualche giorno fa, ehia ehia ma va là, il solito gioco di parole volgare e mistificatorio, che tende a ridurre a macchietta da bar un fenomeno più che pericoloso.  Il nuovo centro destra è indubbiamente a trazione leghista e di Fratelli d’Italia. Ma è anche il centro destra che ha introdotto il reato di clandestinità e la Bossi-Fini e che ha governato quasi venti anni riducendo il Paese in bancarotta. La parte, apparentemente, presentabile di Forza Italia è quella elettoralmente più debole. Ma è quella che ha i soldi e controlla metà, se non di più, dell’informazione italiana. Basti guardare la trasmissione di Del Debbio su Rete 4, che ogni giorno mette in scena le peggiori pulsioni populiste e la caccia all’immigrato.

Il centro destra è un patto tra fazioni politiche dove di moderato non c’è nulla, solo una patina di rispettabilità e tanto marketing consolatorio.  Berlusconi è un epigone di Trump, solo più grottesco. Poi ci sono Salvini e la Meloni, con tutta la loro retorica populista, xenofoba e anti europea, che garantiscono la grande massa di voti.  Qualcuno, se ne ha voglia, provi a comparare le dichiarazioni quotidiane di Salvini (che non ha mai preso le distanze dai neo nazi di Como, anzi, e che ha organizzato manifestazioni assieme a Casa Pound, in questo l’assessore Brogi è in linea) con il “proclama” delirante letto dai fascisti del fronte skinhead durante l’irruzione nella sede dell’associazione di volontariato.  Troverà poche differenze.

Un quadro complessivo corroborato dalle legioni di “intellettuali” “giornalisti”, “storici” che ogni giorno si esercitano, specialmente sui social, in ardite capriole revisionistiche.  Che importa se la bandiera trovata nella camera del carabiniere spicca in ogni manifestazione neo nazista europea, è la bandiera della marina del II Reich, che diamine! E vogliamo parlare dei valorosi militi della XMas?  Gente che impiccava Partigiani e rastrellava, torturava e ammazzava donne e bambini? Eh, però che imprese di guerra, che eroi!  Il fatto che il nostro museo Navale vendeva i loro gadget è una ferita per una città Medaglia d’Oro alla Resistenza. La città di Exodus, dei Martiri del Ventunesimo, degli scioperi operai del 44 con le fabbriche ed i cantieri navali occupati dai nazisti e dai fascisti della decima.

C’è bisogno di uno scatto civile e democratico, di una nuova battaglia culturale e politica. A partire dalle scuole, con progetti come quello che ha portato avanti lo Spi Cgil spezzino, con i Partigiani che hanno raccontato la Resistenza e la Costituzione a centinaia di ragazzi delle scuole della Val di Magra. C’è bisogno di tornare nei quartieri popolari, nei luoghi di lavoro. Muoviamoci, perché tira una brutta aria. Questi sono brutti e cattivi, si allenano nelle palestre a picchiare. E si prendono anche i “like” degli assessori.